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Oriella Montin

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Oriella Montin è nata a Lendinara (Rovigo) il 07/03/1978.
Dal 1999 vive e lavora a Milano. Dopo aver conseguito il diploma di Maestro d'Arte all'ex Istituto d'Arte di Castelmassa (RO) oggi Liceo Artistico Bruno Munari, si è diplomata in pittura alla Nuova Accademia di Belle Arti (NABA) di Milano con il massimo dei voti. Ha poi perseguito la via dell'Artista esponendo in mostre collettive e personali principalmente nel nord Italia.

 “NEL VIVO DEL CUORE” (Anno 2009) 
 

Il progetto proposto “Nel vivo del cuore” si compone di scatti realizzati in studio nel 2009 in concomitanza con l'arrivo del mio primogenito Gherardo.

Si tratta di oggetti che avevo in casa e che ho utilizzato per colmare l'attesa del suo arrivo.

Oggetti acquistati o ricevuti in regalo da amici e parenti. 

L'uovo in ceramica, il tuorlo, le babbucce azzurre in pendant con l'azzurro di una nuvola, la coccarda nascita a forma di cuore e il cuore che ci ho messo nel disporre con attenzione gli elementi per tradurre i pensieri in immagini; le paure e le domande che a livello inconscio ogni gravidanza porta con sé. 

Diventare mamma per la prima volta è qualcosa di più grande di noi e ci fa sentire grati alla vita che i nostri genitori ci hanno donato anche se poi la vita prende strade diverse da quelle che avremmo voluto. 

Ci sentiamo piccine, piccine e sole con il nostro nascituro e ci affidiamo al mistero della vita invocando la salvezza soprattutto se non si ha un'altra àncora. 

 “FIRST LOVE” (Anno 2009) 
 

Il progetto proposto ha il titolo enigmatico “First Love” (Father) sono tutti still life realizzati in studio tra il 2010 e il 2011.

Gli oggetti fotografati appartengono ad una persona cara. Il progetto è pressoché inedito e mai esposto prima.

“First Love” ossia “Primo Amore” parla di un Amore non convenzionale, un’amore verso una figura che non esiste se non attraverso i suoi oggetti personali.

Una forma d’Amore che l’Artista manifesta utilizzando appunto effetti personali maschili custoditi sotto a delle campane di vetro. Oggetti personali o elementi che descrivono come in un rebus l’uomo misterioso di cui non si conosce l’identità.

L’artista traduce questo “Amore” in una partita che si gioca contro il tempo e che sfida le leggi della natura arrendendosi al destino di eclissarsi nel limbo del ricordo.

Una forma d’Amore che si esprime in maniera inconscia, data dal foro giustapposto all’obiettivo che crea un alone nero intorno all’immagine, invitando così lo spettatore a guardare attraverso un buco, uno spioncino, un filtro nero che oscura l’interezza dell’immagine e la fa diventare surreale.

Come surrealista è il riferimento alla pipa di Magritte nel quadro “Ceci n’est pas une pipe” dove anche qui il quadro è un rebus. Un’opera che sfida il modo comune di guardare la realtà.

Oriella Montin da sempre ossessionata dagli oggetti usati, ha giocato molto con essi, con i loro significati simbolici, imprigionandoli nel loro stesso annullamento, sotto a delle campane di vetro, eclissati dalla realtà nella descrizione quasi psicologica di ciò che rimane di una storia drammatica. Congelati in un tempo ed in uno spazio indefinito, riconducibile alla sfera dell’inconscio.

Ciò che colpisce è la giustapposizione apparentemente incongrua di questi oggetti

o l’abisso che si apre osservandoli?

O è lo straniamento che si prova nell’identificare il concetto di “Amore” attraverso un oggetto appartenuto alla persona amata che non c’è mai stata?

O sconcerta il fatto che questi oggetti di uso quotidiano possono diventare feticci di un rapporto irrisolto?

In psicologia si parla di ricerca della figura paterna per spiegare l’attrazione che una giovane donna prova per un uomo molto più maturo di lei. E le ragioni vanno cercate solitamente nell’infanzia. Ecco perché tra gli effetti personali maschili compaiono anche un’uovo, un ciuccio, una foglia secca e un cucchiaio; elementi simbolici riconducibili ai concetti di vita e morte, nutrimento, fugacità del tempo.

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